Nuovi “mattoni” si aggiungono per permettere al team di archeologi coinvolti di tentare di ricostruire la vita della splendida villa romana di Poggio Gramignano a Lugnano in Teverina.
I risultati sono stati presentati ieri nell’ambito di una conferenza organizzata dal Comune di Lugnano in Teverina in occasione dell’open day, che ha permesso ai Lugnanesi ed agli ospiti di visitare gli scavi accompagnati proprio dagli archeologi coinvolti nel progetto.
Ricordiamo che la scoperta del sito risale al 1988 quando il prof. Soren dell’Università di Tucson iniziò a sondare il luogo per indagare la villa dal punto di vista architettonico, imbattendosi nel cimitero di bambini sul quale, 26 anni dopo, si sono focalizzati i nuovi scavi.
Come ha tenuto a sottolineare il Sindaco di Lugnano Gianluca Filiberti nel suo intervento, la villa di Poggio Gramignano, oltre all’estrema importanza che riveste dal punto di vista scientifico, può essere occasione di rilancio turistico ed economico per il territorio, una volta messa in sicurezza ed allestita con infrastrutture idonee per la conservazione e la fruizione da parte del pubblico.
Il dottor David Pickel della Stanford University, direttore degli scavi, ha specificato la tipologia degli obiettivi verso i quali vertono attualmente i lavori: il salvataggio della completa estensione del cimitero infantile e la conferma o meno dell’ipotesi di epidemia di malaria come causa dell’ecatombe degli infanti.
Il dott. Roberto Montagnetti, archeologo, ha illustrato nel dettaglio le attività intraprese nella campagna di scavo 2018 che non ha lesinato entusiasmanti sorprese. I lavori hanno interessato le stanze 11, 12, 16, 17 del lato occidentale della villa, quello interessato dallo smottamento che ne causò il crollo e l’abbandono nel IV secolo d.C. I locali, originariamente magazzini, sono stati riutilizzati nel tempo come cimitero di bambini, le cui sepolture sono di tre tipologie diverse: inumazione, alla cappuccina o in anfore coperte da parti in terracotta. Nello specifico, quest’anno sono state scavate le stanze 16 e (parzialmente) 17, dove sono state rinvenuti vari oggetti tra i quali uno spillone in osso, parte di un’antefissa in terracotta, una moneta, ossa canine, terrecotte sigillate, parti di affresco ed un vaso in miniatura in pasta vitrea.
Ma è stata la stanza 17 a regalare agli archeologi le emozioni più grandi: solo venerdì scorso è stato rinvenuto il corpo di un bambino il cui range di età esula da quelli trovati fino a quel momento (nella foto il luogo della sepoltura indicato dall’archeologo Matteo Serpetti); fino ad ora l’individuo più grande ritrovato aveva un’età stimata di due-tre anni, quello rinvenuto tre giorni fa ha un’età apparente intorno ai 6-8 anni aggiudicandosi il primato di più anziano fino ad ora rinvenuto, oltre ad essere uno dei meglio conservati. Da questo individuo si spera di poter estrarre il DNA antico per tentare di ricavare nuovi indizi sulle cause della morte prematura. Sono ora salite a 51 le piccole salme finora rinvenute, ma la stanza 17 ha offerto anche altri motivi di stupore, è qui che è stato ritrovato un dado in osso, un frammento di bucchero, un reggi lanterna simile ad un esemplare rinvenuto a Cremona ed un piccone, oggetto che capita molto raramente di ritrovare.
Ma anche la stanza 16, pur non contenendo altre sepolture, non ha disatteso le speranze degli archeologi, fornendo loro nuovi quesiti sui quali investigare: al suo interno sono stati rinvenuti frammenti ceramici risalenti addirittura al VI-V secolo a.C., aprendo nuove prospettive sulla fase pre-romana del luogo, lasciando presumere che il sito fosse già occupato dall’uomo in una fase precedente alla realizzazione della villa che, ricordiamo, risale al II-I secolo a.C. Oltre ai frammenti ceramici nella stanza è stata rinvenuta una conduttura idrica in terracotta e parte di un vaso costolonato.
Ma le sorprese non sono ancora finite: dopo una ricerca effettuata con il georadar nella zona circostante gli scavi, alla quale sono seguiti dei sondaggi, a soli 30 cm di profondità sono state rinvenute delle strutture murarie ed è stata rilevata la presenza di un lungo muro che indica l’enorme estensione della villa che, sicuramente, occupava tutto il colle di Poggio Gramignano.
Il futuro. I prossimi passi di questa entusiasmante avventura che potrebbe riscrivere la storia, in particolar modo quella relativa al crollo dell’Impero Romano, sono relativi allo svuotamento totale della stanza 17, alla realizzazione della planimetria completa della villa, alla verifica dell’ipotesi di epidemia di malaria, alla verifica relativa alla presenza di un insediamento preromano ed alla provenienza dei bambini che qui hanno trovato sepoltura.
L’affascinante riscoperta della Villa di Poggio Gramignano continua…
Benedetta Tintillini